ALDABRA nasce da un desiderio e cresce con l’intenzione di generare l’incontro tra i libri e le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi.
Come?
Creando occasioni e luoghi in cui la lettura si trasformi in esperienza collettiva, anziché solo individuale, e diffondendo un'idea di lettura come attività ludica invece che obbligata, affinché nell’incontro della letteratura - capace di racchiudere e ispirare grandi domande - ogni lettore e lettrice abbia la possibilità di imbattersi nelle proprie risposte.
A chi* ci rivolgiamo?
Principalmente a bambine, bambini, ragazze e ragazzi.
E a quelle persone, professioniste e non, che vogliono entrare in dialogo con loro attraverso le storie dei libri: insegnanti, educatrici, psicologhe, famiglie, operatrici sociali, bibliotecarie, libraie in essere o aspiranti tali, persone che la studiano o che, più semplicemente, sono appassionate di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza.
Inoltre a tutte quelle realtà che condividono con noi un’affinità di sguardo.
Perché?
Per lasciare una traccia a chi desidera che le storie vadano oltre il confine delle pagine, affinché si posizionino al centro di una comunità di lettori e lettrici che non necessariamente deve già esistere o deve riconoscersi come tale.
Da grande ALDABRA vuole diventare questa traccia, quindi oggi ci proponiamo di essere facilitatrici di incontro coi libri rispondendo con delle azioni operative ad alcune domande:
- Come scegliere le storie per chi non legge o sta imparando a farlo, o per chi pensa di non amare la lettura?
- Come si entra in relazione con le parole e le immagini dei libri?
- Come si genera un dialogo e ci si mette in ascolto di chi legge?
La verità è che non esiste una sola risposta a queste domande, perché le infanzie e le adolescenze sono tante quante le persone che le attraversano.
Quindi diverse e molteplici sono le iniziative che avvieremo o alle quali ci piacerà collaborare. Cominciamo dai PROGETTI.
* Riteniamo necessaria una piccola premessa relativa alla forma scelta per i nostri testi: nella difficoltà di applicare un espediente formale che rispetti e tenga conto delle persone diverse a cui parliamo, abbiamo deciso di utilizzare perlopiù il femminile sovraesteso. Riconosciamo i limiti di una tale scelta (che potrebbe suonare escludente di chi in questo genere non si riconosce), tuttavia abbiamo optato per il femminile per due motivi sostanziali: la sproporzione di professioniste donne che lavorano con infanzia e adolescenza; ci sembra questo un modo per rendere i testi più scorrevoli alla lettura, in funzione di una chiarezza espositiva.